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martedì 22 maggio 2007


Ho visto le puntate della dolce Candy Candy credendo, per anni, che alla fine oltre nel finale, la protagonista, oltre ad incarnare un esempio di malasanità senza precedenti ottenendo di praticare il tirocinio da infermiera fin dal primo giorno di frequentazione di scuola, convolasse in giuste nozze con Terence.

Ma in realtà nella puntata finale l’epilogo lascia diversi dubbi:non si rinvenivano tracce né del banchetto nuziale, né delle bomboniere. Questo mi aveva insospettito parecchio così, dopo approfondite ricerche, vengo a sapere che il finale originale del cartone è praticamente una roba da Woody Allen e Soon-Yi: Candy si sposerà con lo zio adottivo, che si scopre essere uno e trino, ovvero Albert il vagabondo, nonché il Principe della collina, nonché lo zio dei tre fratelli Anthony, Stear e Archie.

Anche se, il sospetto che lo stesso sia padre dei tre, più che semplice zio, è forte, in quanto non si è mai visto un nipote ( nel caso il fu Anthony) essere fotocopia tanto identica allo zio, a meno che la clonazione della pecora Dolly non sia stata preceduta da altri esperimenti all’epoca dei fatti.

A parte questo finale occultato, sul cartone avrei ulteriori appunti da fare:

- All’orfanotrofio “Casa di Pony”i processi per le adozioni hanno un iter particolarmente accelerato: le cose sono due, o esisteva già la pratica dell’autocertificazione o l’istituto nascondeva un traffico illecito di organi di bimbi orfani;

- Il fatto che ai funerali cui partecipa ( da Anthony in avanti avrebbe tranquillamente potuto intitolarsi "4 Funerali e neanche mezza Cresima") Candy continui a portar le simpatiche codine, ma apponendovi idonei fiocchi neri lo trovo più kitch dei Camperos bianchi che lei e le colleghe infermiere indossano negli ospedali, al posto degli zoccoletti bianchi della Dr Scholl’s;

- Nel Collegio di Londra le suore che lo dirigono danno sfoggio di metodi educativi così avanzati che avessi un figlio piuttosto lo spedirei all’asilo di Rignano; mi hanno anche fatto rivalutare la Cepu;

- I personaggi da cui Candy è meno benvoluta come il fratello adottivo Neal, la zia Elroy e Suor Grey, hanno un minimo comune denominatore: lo stesso colore della pelle rossastro a mo' di Toro Seduto: o è un caso o gli autori avevano qualcosa contro la tribù dei Sioux;


- Le efelidi di Candy sono disegnate tramite una serie di linee che attraversano il suo naso, quindi Terence più che "signorina tutta lentiggini" avrebbe dovuto chiamarla "signorina tutta righe orizzontali";


- Candy durante tutta la serie fa sfoggio di avere dimestichezza nell’arte di arrampicarsi tra i rami, soprattutto approdando da un albero all’altro tramite le liane, come una moderna Jane. La domanda è: Da dove arrivavano tutte quelle liane tropicali nel bel mezzo del parco del Collegio di Londra, in mezzo a una flora approssimativamente fatta di pioppi e faggi?

A parte questi velati appunti, mi sento di rilevare un'importante e positiva caratteristica del cartone: è uno dei rarissimi esempi in cui i personaggi dispongono di un guardaroba, per quanto discutibile, ma almeno variegato, evitando di arrivare a tagliare il traguardo della 100esima puntata e del 30esimo compleanno con la stessa mise sfoggiata dal sesto anno d'età in avanti.





( to be continued...)

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